Storia di Tortona

Nasce come villaggio fortificato dei Liguri Statielli tra VIII e il V secolo a.C., con il nome di Dertona e successivamente diviene colonia romana intorno al 120 a.C. trasformandosi in un fiorente centro agricolo e commerciale, all'incrocio di importanti vie di comunicazione (prese il nome di Julia Derthona). Fu completamente cristianizzata nella seconda metà del IV secolo e divenne sede vescovile. Nel XI secolo, la "borghesia", presa coscienza della propria rilevanza economica, chiede ed ottiene di partecipare al governo della città, insieme agli altri tradizionali detentori del potere: vescovo, vassalli vescovili, comitali e funzionari curiali. Così, senza traumi, la città si organizza nella forma del libero comune di Terdona sfruttando abilmente la fortunata posizione che la pone al centro dei traffici fra Genova e la Pianura Padana. Il benessere economico favorisce l'incremento demografico, determina l'ampliamento dell'area urbana, accresce il potere della città sul territorio circostante. Ma è a questo punto che la malcelata inimicizia con Pavia si scatena in guerra aperta. Terdona, fedele alla sua alleanza con Milano, piuttosto che accordarsi coi Pavesi, si dispone a fronteggiare l'attacco delle truppe di Federico Barbarossa, sceso in Italia per riaffermare l'autorità imperiale e fattosi paladino delle pretese di Pavia. Dopo due mesi di durissimo assedio, il 18 aprile 1155, i Tortonesi sono costretti ad arrendersi, stremati dalla fame e, soprattutto dalla sete, perché, a quanto sembra, il Barbarossa fece inquinare le fonti di Rinarolo. La città subisce gravi distruzioni ed, in particolare, l'abbattimento delle torri e delle mura. Ricostruita con l'aiuto dei Milanesi, aderì alla Lega Lombarda e partecipò alle lotte comunali, cambiando spesso schieramento. Conquistata da Luchino Visconti nel 1347, seguì le sorti del ducato di Milano, sotto il dominio dei Visconti, prima, e degli Sforza, poi, fino al XVI secolo. Successivamente in mano agli spagnoli, fu fortificata ed elevata a baluardo difensivo ai confini del ducato di Milano. Teatro di scontri durante la guerra di successione spagnola (1706), venne annessa nel 1738 ai domini sabaudi da Carlo Emanuele III. Nel 1796, con la discesa di Napoleone in Italia, il castello fu ceduto ai francesi dall'armistizio di Cherasco. Arresasi agli austro-russi di Suvorov dopo la battaglia di Novi (1799), ripassò in mano ai francesi che nel suo territorio stabilirono il loro quartier generale in occasione della battaglia di Marengo (14 giugno 1800). In seguito agli accordi presi con lo zar di Russia, Napoleone, ne ordinò lo smantellamento delle fortificazioni (1801) e la distruzione del castello. Annessa all'Impero Francese nel 1802, ritornò definitivamente ai Savoia nel 1814.